La coltivazione dello zafferano, in Italia, era maggiormente praticata nelle regioni centrali. Le regioni in cui ancora si coltiva sono la Sardegna, l’Abruzzo e le Marche. In Europa primeggiano Spagna e Grecia. In Sardegna si coltivano 35 ha di cui 32 ha in provincia di Cagliari. In Sardegna sarebbero stati i fenici ad introdurne la coltivazione. Capo Teulada ( localita della costa meridionale dell’isola) risalente a quell’epoca, significa Capo Zafferano.
I romani, gli arabi e certamente gli spagnoli ne diffusero la coltivazione e gli usi soprattutto nelle regioni centrali e meridionali dell’isola. Denominazioni dialettali quali zaffaranu, zafferanu, taffaranu, tafferanu derivano dall’arabo Za’ feràn. Indica il colore giallo della droga. In Europa ne fu tutelato il noleggio con leggi severe , a Venezia venne istituito un vero e proprio “ Ufficio dello zafferano”, mentre a Basilea c’era la “Corporazione dello zafferano”.
Nel 1305 negli statuti di Pisa, la curia pose delle norme sulla qualità dello zafferano per le sofisticazioni. In Europa la coltivazione si estese in Germania, Austria, Francia meridionale, Italia centro meridionale e insulare e nella ex Jugoslavia. In Spagna e Grecia raggiunse decine di migliaia di ettari. Le migliori qualità di zafferano erano quelle austriache e ungheresi, mentre quello spagnolo era meno pregiato anche dell’italiano ma largamente commercializzato nonostante presentasse impurità( residuo di stilo o di antere).
Fonte "Lo Zafferano - Sapori e salute"